E' affiancato da due colonne con capitelli compositi. Tra di esse vi è la nicchia marmorea con la statua di santa Bibiana, scolpita da Gian Lorenzo Bernini negli anni 1624-26. La nicchia è rivestita di pietra di lavagna, rendendo oscuro lo sfondo al bianco marmo della scultura e creando un serio e nobile effetto. Due candide colonne con capitelli ionici, affiancate da due pilastrini lisci e dai capitelli identici, sostengono una trabeazione rettilinea e semplice, con nel mezzo un cartiglio sormontato da un timpano triangolare. La classica eleganza del disegno fa di quest'altare una pregevole opera d'arte.
La Santa è una bella immagine femminile che avanza il ginocchio presso la colonna alla quale fu legata nel martirio; ha la mano destra sollevata, la sinistra che si ripiega sulla gamba destra reggendo la palma del martirio e la testa un po' reclinata, mentre lo sguardo si perde nella visione celeste. Il ciuffo
d'erba ai piedi dell'immagine allude alla cosiddetta "erba di Santa Bibiana" (eupatorium cannabinum), una sorta d'erba medica di canapa, che era pure riprodotta nel quadro già situato su questo stesso altare e rimosso per far posto alla nuova scultura.
Sia nel Museo del Louvre di Parigi, sia in quello dell'Ermitage di Pietroburgo, si conservano due terrecotte relative a questa statua e considerate copie o bozzetti originali. Un altro bozzetto in terracotta è presso il Museo Ludovico Pogliaschi in Santa Maria del Monte a Varese.
Una derivazione della scultura di S. Bibiana è quella di S. Barbara del duomo di Rieti, scolpita da Giovanni Antonio Mari nel 1657, su disegno dello stesso Bernini.
Sotto l'altare vi è un'antica vasca di alabastro orientale onichino, poggiata su zampe di leone ed ornata da una testa di leopardo e da due grosse maniglie. In essa sono custoditi i resti delle Sante Bibiana e Demetria e della loro madre Dafrosa.
Questa grande urna, che costituisce un repertorio archeolo‑
gico di eccezionale rarità, fu trovata durante i lavori del 1624, sotto l'altare primitivo, ad una profondità maggiore rispetto a quella in cui erano collocati la cassetta con le reliquie di S. Bibiana e il `pilo marmoreo' (specie di vasca o sarcofago) con il corpo di S. Demetria.
L'urna è di epoca costantiniana e, quasi certamente, proviene dai "bagni" di una ricca residenza della zona. La parte anteriore e i lati dell'urna sono protetti da una grata in bronzo dorato, eseguita su disegno del Bernini.
I candelieri dell'altare maggiore sono in bronzo e risalgono anch'essi all'epoca di Papa Urbano VIII. Vennero disegnati dal Bernini. Alla base recano l'immagine della Santa, lo stemma del Pontefice e un'iscrizione che ricorda mons. Alessandro Valtrini, committente dei medesimi e benefattore della chiesa.
L'arcone della volta è suddiviso in riquadri di stucco dorato e decorati con festoni. I dipinti rappresentano l'Eterno Padre e Angeli musicanti. Sulla fascia più esterna, entro piccoli lacunari, si vedono teste di cherubini ed angioletti con i simboli del martirio di S. Bibiana: la palma, le piombate e la corona. Tutti questi lavori sono attribuiti al giovane milanese Giovanni Domenico Marziani.